Monache Benedettine dell'adorazione perpetua
del Santissimo Sacramento

Monastero SS. Salvatore, Grandate

In monastero

Incontro oblati _ prossimo incontro 12 maggio

con il rito di oblazione di 5 aspiranti oblati


Sabato 11 maggio, alle ore 20.30, ufficio di lettura in preparazione alla liturgia domenicale.

Giovedì 23 maggio, alle ore 20.30, rosario eucaristico insieme agli amici del monastero


"A piedi sui sentieri della preghiera":

proponiamo una serie di brevi meditazioni sulla spiritualità e la preghiera, accompagnati da San Benedetto e Madre Mectilde de Bar.

"Sulle orme di madre Caterina Lavizzari" 

lunedì - martedì - mercoledì - venerdì - sabato: celebrazione Eucaristica, ore 7.30

giovedì e domenica: celebrazione Eucaristica, ore 9.00

Orario della preghiera comunitaria della Liturgia delle Ore

Tutti i sabato sera, alle ore 20.30, la comunità monastica celebra l'ufficio di lettura in preparazione alla liturgia domenicale.

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Liturgia della Parola

ASCENSIONE DEL SIGNORE – 12/05/2024 Anno B

Ciò che ho provato mettendomi in ascolto del Vangelo di questa solennità dell’Ascensione, ha ridestato in me il ricordo di un episodio dai contorni un po’ sfumati, perché è un ricordo della mia infanzia. Prima lo racconto, poi provo a spiegare il perché.
Fin da piccola, il cielo ha sempre avuto per me un grande fascino. Un giorno -avrò avuto circa 4 o 5 anni- prendo coraggio, vado dalla mia zia più giovane -di neanche 10 anni maggiore di me e meravigliosa compagna di giochi per me e per i miei fratelli- e le chiedo di aiutarmi a realizzare il mio più grande desiderio: «Zia, per favore, fammi toccare il cielo!». La zia sorride di fronte a una richiesta così inaspettata, si china verso di me, mi prende in braccio, intanto alza un pochino il suo braccio e tende il dito indice verso il cielo, poi mi dice: «Fai così anche tu» e dopo un attimo, mentre sono lì col ditino teso più in alto che posso, aggiunge: «Ecco, stai già toccando il cielo!».
Rimango un po’ sbalordita con il dito a mezz’aria…lascio immaginare la mia sorpresa…

Sì, sorpresa davvero grande e bella lo scoprirsi immersi in una realtà pensata sempre come affascinante e lontana e che, invece, è più vicina che mai!
Se era già vero per me, bambina, nell’episodio semplice che ho raccontato, lo è ancora di più (e a maggior ragione!) per noi cristiani che oggi in modo particolare contempliamo il mistero dell’Ascensione con l’aiuto del Vangelo secondo Marco, che termina così:
«Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro [= con gli Undici], fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che l’accompagnavano».

A prima vista, questi due versetti sembrano quasi in contrasto tra loro, in realtà sono entrambi necessari per aiutarci a scoprire qualcosa in più in merito all’Ascensione, che, comunque, rimane sempre un mistero, contemplato anche nel Santo Rosario, tra i misteri della gloria.

Da una parte, ci lasciano intuire che l’Ascensione è come una partenza, un allontanarsi di Gesù da noi, dato che fu elevato in cielo per andare a sedersi alla destra del Padre; dall’altra, ci permettono di scoprire che dopo l’Ascensione il Signore rimane tanto vicino da operare insieme con i suoi discepoli…e perché non pensiamo che si tratti solo di una supposizione, non mancano segni concreti, visibili. Umanamente parlando, ciò sembrerebbe impossibile, tanto che ci verrebbe da dire: “Gesù, ma allora…sei andato in cielo o sei rimasto qui??”; ci vuole uno sguardo di fede affinché possiamo comprendere che davvero Cristo è vero Dio e vero uomo, tanto che discendendo non aveva lasciato il Padre, né ascendendo si allontana dai discepoli.
Nulla è impossibile a Dio, che è il Dio con noi, il Dio del già e non ancora, in grado di confermare la Parola con i segni che l’accompagnavano! Il bello è che questi segni apparentemente lontani dalla nostra esperienza, a dire il vero sono molto vicini; sono insieme opera di Dio e frutto del nostro Battesimo (se vissuto con autenticità): rendono immuni da pericoli mortali (serpenti e veleno), si oppongono a tutto ciò che tende a intaccare la dignità umana (demoni e malattie) e permettono al credente di esprimersi in un modo nuovo, ma a tutti comprensibile (parleranno lingue nuove), capace di rendere straordinarie le cose più ordinarie. In pratica, con la presenza del Signore che collabora insieme con noi, ogni credente (e quindi anche ciascuno di noi) è liberato dalla paura e dal potere della morte divenendo un uomo nuovo.
Di fronte a un dono così grande, concludo lasciando la parola a San Leone Magno:

«L’Ascensione di Cristo è la nostra esaltazione e quanto più si elevò la gloria del Capo, tanto più è stimolata la speranza del corpo, perciò rallegriamoci con degna letizia ed esultiamo nel rendere grazie. Oggi non solo siamo stati confermati possessori del Paradiso, ma in Cristo siamo anche penetrati nella sublimità dei cieli» (Discorsi 73, 4-5).

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Assaggi di Grazia

La profezia non consiste nell'indovinare il futuro, ma in una lettura del presente che sappia di futuro possibile. L speranza non è fantasticheria, ma è la virtù di chi nell'oggi riconosce il Regno che viene. ("Disinnescare futuri", di Manuel Belli, rivista di liturgia pastorale n.358)

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Monastero SS Salvatore - via Giovanni Paolo II n.1 - Grandate - 22070 - Como - infobenedettinegrandate@gmail.com

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