Nel 1801 un dispaccio reale decretava che il monastero SS. Salvatore, essendo di fondazione principesca, doveva essere reintegrato alla Corona. Le finanze del monastero subirono quindi notevoli tagli, ma le vocazioni erano ancora numerose, infatti un censimento del 1857 elenca i nominativi di 57 monache.
La legge del 7 luglio 1866 che sopprimeva le corporazioni religiose e confiscava i beni ecclesiastici, sferrò un colpo letale per la comunità monastica. Le monache coriste tornarono tutte alle loro famiglie. Rimasero ad abitare l'edificio solo alcune converse che, per vivere, vendettero gli ultimi arredi e quadri scampati alle requisizioni.
Le ultime quattro o cinque, ormai anziane, furono scacciate nel 1915, perché al loro posto dovevano stanziarsi delle truppe, mobilitate per il primo conflitto mondiale.
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