I monasteri femminili che si trovavano fuori dalle mura delle città o fuori dai villaggi dovevano essere trasferiti dentro l'abitato, per decisione dei vescovi e dei superiori maggiori. (Concilio di Trento sess. 25, cap 5)
Il nostro cenobio sorgeva appunto fuori dal centro di Piedimonte, nel luogo dove sorge ora la stazione ferroviaria.
Nel 1568 fu abbandonato e la comunità si trasferì dentro l'abitato di Piedimonte. Nel 1654 l'abbadessa Donna Caterina Casta Paternò fece costruire, su disegno dell'architetto Cosimo Fanzago, la chiesa del monastero dedicata al Salvatore.
Questo gioiello del Barocco napoletano veniva a sostituire la piccola chiesetta usata dalle monache dopo il loro trasferimento.
All'interno dell'abitato evidentemente il monastero era rifiorito anche in numero, perché nell'anno 1646 la duchessa Porzia Carafa Gaetani aveva voluto che due monache di San Salvatore si trasferissero nel nuovo monastero da lei fatto costruire nel medesimo paese di Piedimonte, ma in località Vallata. Il nuovo cenobio era dedicato a S. Benedetto e le prime ad entrarvi furono due giovani figlie della duchessa.
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