Nacque a Monza il 27 luglio 1894 dalla famiglia Volontieri.
Ester (questo era il suo nome di Battesimo) entrò in monastero a Ronco di Ghiffa il 28 ottobre 1920. Pronunciò i voti triennali l’11 maggio 1922, i perpetui il 13 maggio 1925.
In quel periodo a Ronco si respirava aria di missionarietà: molte erano le richieste di aggregazione che giungevano da varie parti d’Italia e la giovane Sr. Maria Pia, ancora novizia, avrà assistito alla cerimonia della consegna del crocifisso, della Regola e del breviario alle prime monache partenti per Piedimonte. Undici anni più tardi, nel marzo del 1936, venne richiesta, proprio a lei, la disponibilità a recarsi a Piedimonte per mettersi alla guida della comunità di S. Salvatore.
Si trovò ad affrontare una situazione delicata: nonostante le cure e le energie prodigate da Madre Tarcisia in quel monastero, erano molti i problemi che assillavano la fondazione e che non permettevano lo stabilirsi di un regime di vita regolare. Con la pazienza e la dolcezza che le erano proprie, Madre Maria Pia cercò di conciliare le richieste che la popolazione e le autorità ecclesiastiche avanzavano verso le opere gestite dalle Benedettine, con la necessità di formare le monache allo spirito dell’Istituto e conciliare l’attività con i tempi della preghiera.
Cercò di far fronte alla non facile gestione economica della casa, soprattutto durante il periodo bellico quando i viveri scarseggiavano. La sua bontà verso le persone sfollate o in pericolo per la guerra fu notevole: furono molti quelli che trovarono rifugio presso il monastero. Mostrò una grande fede nell’accettare la prova della perdita di giovani monache per malattia. Altrettanto grande si rivelò la sua materna carità quando si prodigava per non far mancare loro nulla.
Con Madre Maria Pia finalmente la comunità giunse giuridicamente all’autonomia, ma solo nel 1946.
Nel 1953, come aveva saputo dolcemente guidare il gregge a lei affidato, così con altrettanta mitezza e obbedienza si lasciò condurre dalla volontà di Dio, espressa attraverso i superiori. Fu trasferita prima a Teano, per cure e poi a Lucca dove rimase, assumendo la carica di Vice Priora, fino al 1969.
Non poté così partecipare al memorabile evento dell’Esodo. Al termine del suo mandato a Lucca raggiunse però volentieri la nostra comunità a Grandate. Qui ritrovò quel piccolo gregge che aveva condotto per 18 anni. Lo trovò cresciuto in numero e ben inserito nel nuovo contesto. Tra noi visse l’ultimo periodo della sua esistenza svolgendo, da anziana e ammalata (era ormai cieca), il prezioso servizio di diffondere tra le sorelle serenità e riconoscenza. Si spense dolcemente l’8 novembre 1974.
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