ESTER ABBATTISTA, "Il male, la libertà umana e la risposta di Dio. Un itinerario, biblico", Ed. il Pozzo di Giacobbe, Manocalzati (AV), 2019, pag.81-83
A questo punto, però, avvien un colpo di scena perché l'avvocato difensore, ovvero Gesù stesso, anziché cercare delle giustificazioni o delle attenuanti che possano lenire o mitigare la condanna, assume su di sè, in toto, l'accusa, presentandosi come l'unico colpevole, non in senso soggettivo, ma oggettivo: come colui che si carica del peccato, che lo assume si di sé: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo" (Gv 1,29). D'altra parte, essendo lui l'unico giusto, l'unico non accusabile, è l'unico che può farlo: "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi" (Gal 3,13).
Al Giudice-Dio non rimane che accogliere l'auto-presentazione di peccato di colui che è totalmente giusto: "Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per messo di lui giustizia di Dio " (2 Cor 5,21).
Non basta; a questo punto anche l'accusa cade: gli imputati sono stati giusti-ficati, ovvero resi giusti da colui che prende su di sé il peccato del mondo; ma costui a sua volta è anche l'unico giusto, che non aveva conosciuto il peccato e allora come si può accusare colui che è esente da colpa?
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La sentenza è pronunciata ed è ormai definitiva: il male ha perso il suo potere di accusa e non vi è più possibilità di condanna per coloro che lo compiono; ciò che rimane alla libertà dell'uomo è la possibilità di avvalersi o meno di questa sentenza attraverso l'accoglienza del perdono: "Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa" (1Gv 1,9).
L'ammissione della responsabilità del male commesso, della propria colpevolezza, apre alla possibilità di ricevere il perdono della colpa. Ed è bene a questo punto sottolineare che tale perdono è già dato, ed è proprio in virtù di questo già che ha senso e possibilità il riconoscimento del male commesso. Pertanto non è più possibile che si arrivi ad un altro mispat, non vi è più alcuna possibilità di condanna. L'unica possibilità ormai concessa al mal-fattore di ieri, di oggi e si sempre è l'applicazione del rib: un percorso cioè di comprensione e consapevolezza del male commesso che ha come fine l'accoglienza del perdono già accordato.
RUBERVAL MONTEIRO, “Sacramentaria generale: Simboli e significati nei Sacramenti
Il corso, tenuto presso lo Studio Teologico delle Benedettine italiane, dal 16 al 29 maggio 2021, aveva lo scopo di fornire dei fondamenti teologico sacramentali attraverso lo studio delle immagini simboliche utilizzate dai primi cristiani tra il I-VI secolo.
Il testo base di riferimento è stato “I simboli cristiani primitivi” di J. Daniélou.
Vogliamo qui condividere con voi alcuni passi del corso che abbiamo voluto sbobinare perché ci sono sembrati molto interessanti…sperando che anche voi possiate goderne quanto noi.
“Gesù ha usato un linguaggio simbolico, tutta la Scrittura usa un linguaggio simbolico…
Ma allora non è “vero”! No, non è vero, “É VERISSIMO” perché parla dell’esperienza!
L’esperienza è intraducibile! L’unica maniera che aiuta l’esperienza ad essere comunicata è il linguaggio simbolico!
Il linguaggio simbolico e il linguaggio non verbale funzionano solo per l’essere umano. Solo l’essere umano sa unire mettere insieme la realtà e il suo rimando a molteplici significati. Un animale guarda la montagna e vede la montagna, l’uomo vede la montagna ma sente anche l’aspirazione verso l’alto, sente pace, desiderio di salire! Se la montagna è bella l’animo si innalza, se è tenebrosa, come dice l’aggettivo, ti incute paura.
Cosmo e corpo sono in sintonia: il simbolo non funziona da solo! Se non abbiamo ancora sperimentato che quando cambia la luna, cambia il nostro umore, non abbiamo capito quanto noi siamo in sintonia con il cosmo. S. Ildegarda ci ha mostrato come l’uomo è un microcosmo.
Quando, dopo una settimana di pioggia, esce il sole è naturale che noi ci sentiamo rinati, mentre la luna piena ci rende elettrizzati…
É questo corpo che è tempio della Trinità, la presenza di Cristo nel mondo.
Il linguaggio simbolico (caratterizzato dall’aggettivo) è affettivo, riguarda le cose che ci toccano.
Simbolo, dal greco simbollen, indica un movimento che mette insieme 2 parti di qualcosa di vitale ma di cui noi abbiamo una parte visibile e una invisibile. Il simbolo è sempre in movimento.
E la grande specialista nel mettere insieme le cose, colei che conservava queste cose, no che simboleggiava è Maria. Sì lei simboleggiava: Maria metteva insieme tutte queste cose, metteva in relazione i salmi, le profezie, la visita dell’angelo. questo non vuole dire fare una rilegatura con una bella copertina e mettere tutto sullo scaffale, no, è qualcosa di vitale.
È quello che noi facciamo pregando i salmi. Noi con i salmi mettiamo insieme quelle sta succedendo con la Parola di Dio. E la vita è movimento continuo.
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